Sciopero Amazon: “Schiavi di un Algoritmo”. Si Fermano i Lavoratori dei Magazzini Toscani

Alla protesta organizzata da Fit-Cisl, Filt-Cgil e Uiltrasporti , secondo i sindacati, ha aderito otre il 70% dei dipendenti. A Montacchiello (Pisa) anche il Presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo: “Allo studio una legge regionale per aumentare la sicurezza”

Da Lanazione.it

di Sarah Esposito

Pisa, 23 marzo 2021

Ricevere gli acquisti fatti online dopo poche ore, qualsiasi giorno della settimana sia, comprese domeniche e festivi. Tutti ci siamo abituati ai tempi di Amazon delle consegne, quasi sempre in anticipo rispetto al previsto. Tutti eccetto chi lavora affinché quei pacchi arrivino in tempo record: i corrieri. Ieri per la prima volta si sono fermati, tutti insieme in Italia, per ribadire i propri diritti lavorativi. Fuori dal magazzino Amazon di Montacchiello si sono radunati i lavoratori e i rappresentanti sindacali per rendere pubbliche le richieste rivolto al colosso del commercio online. Uno sciopero generale della filiera Amazon indetto a livello nazionale da Fit-Cisl, Filt-Cgil e Uiltrasporti. Secondo i sindacati in Toscana i lavoratori che hanno riposto all’appello nei due presidi di Montacchiello (Pisa) e Calenzano (Firenze) sono stati l’82% a Firenze e il 71% a Pisa. “Serviva un grande risposta per sottolineare l’importanza di questa vertenza, ed è arrivata – spiega il Segretario generale Uiltrasporti Toscana Michele Panzieri -. I lavoratori hanno compreso in pieno che in gioco è il loro futuro e che tutta la filiera Amazon deve confrontarsi con il sindacato in rispetto del contratto nazionale”.

Ma cosa chiedono i sindacati?

Alla base dello sciopero c’è la verifica dei carichi e dei ritmi di lavoro imposti nella filiera Amazon, la contrattazione dei turni di lavoro, il corretto inquadramento professionale del personale, la riduzione dell’orario di lavoro dei driver, l’indennità di trasferta e la stabilizzazione degli assunti a tempo determinato.

Dietro alle consegne lampo c’è un esercito di corrieri che lavora 9 ore al giorno per una media di 150 “fermate“ quotidiane per una media di quasi 200 pacchi. Secondo la procedura ogni stop dovrebbe durare 3 minuti. Tre minuti per fermare in maniera corretta il furgone, scendere, trovare il pacco, trovare il cliente o contattarlo se non si trova a casa ed effettuare tutte le consegne di quella fermata (due civici vicini sono considerati un unico stop, ndr). “Oggi è un giorno storico – ha detto Mauro Fuso Segretario generale della Cgil di Pisa –. Con oggi segniamo una data a livello nazionale. Siamo abituati ad avere tutto e subito, ma questo ha delle inevitabili ripercussioni. Non si può pensare di velocizzare il lavoro senza delle regole”. Per chi lavora in magazzino le cose non vanno diversamente, 9 ore con una mezz’ora di pausa. “Amazon va a gonfie vele – ha commentato il segretario generale della Fit-Cisl Toscana, Stefano Boni sta traendo vantaggio da una pandemia che ha messo in ginocchio il mondo, il suo proprietario è tra gli uomini più ricchi del mondo: è inaccettabile che una realtà così snobbi i lavoratori, ignori le richieste sindacali, non voglia occuparsi dei propri addetti e riconoscere le loro necessità. Mai come in questa vertenza è in discussione la dignità che la nostra società riconosce alle persone e al lavoro”.

Una mobilitazione che ha trovato solidarietà in tutte le forze politiche sia comunali che regionali. A metà mattina anche Antonio Mazzeo, presidente del consiglio regionale, ha voluto incontrare i lavoratori della filiera Amazon. “Siamo pronti a incontrare il management dell’azienda – ha detto Mazzeo – e a fare una norma che aumenti la sicurezza sui luoghi di lavoro. Una sicurezza che non può essere delegata a un algoritmo che non conosce pause né imprevisti”



2 commenti

  1. Mi fa piacere che finalmente anche questi lavoratori siano arrivati ad un piccolo traguardo, finora impensabile. Ma sono convinta che siamo ben lontani dall’ottenere qualcosa.

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  2. Ciao Celia! Quando si guarda allo stato attuale delle cose mi piace ricordare quello che dice sempre il mio mentore, l’avv. Andrea. Egli, raccontando dell’epoca della “cortina di ferro”, ricorda come la maggior parte delle persone in occidente – lui in primis – avesse la convinzione, quasi la certezza, che il modello Urss fosse così forte e inarrestabile che avrebbe prevalso sulla società edonistica occidentale. Poi fu eletto Giovanni Paolo II, il comunismo è imploso su se stesso e le cose sono andate diversamente.
    Questo per dire che non bisogna mai perdere la Speranza!
    Un saluto e una buona S. Pasqua!
    Samuele

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