Lo sfogo dello chef Gilberto Rossi: “I locali erano pronti e avevano bisogno di una iniezione di ottimismo prima del nuovo stop”
Tratto da Lanazione.it
di Carlo Baroni
SAN MINIATO – “Bastavano una manciata di ore per consentire al settore di prendere un po’ di fiato dopo un altro stop che rischia di soffocare la ristorazione”. Gilberto Rossi, uno degli chef più famosi d’Italia si è schierato con un post che ha fatto il pieno di like dalla parte dei colleghi ristoratori che hanno perso anche il business di San Valentino per l’ingresso della Toscana in zona arancione.
“Trovo vergognoso aver chiuso di domenica con tutti i miei colleghi con già i ristoranti pieni, davvero io non ho parole! Vi cambiava qualcosa chiudere domenica pomeriggio e dare un po’ di ossigeno ai ristoranti?”, ha scritto sui social Rossi – al timone del rinomato “Pepenero di San Miniato”. Lui che il grande successo e la ribalta nazionale l’ha riscosso anche con Antonella Clerici che per dieci anni l’ha voluto alla “Prova del cuoco”, periodo durante il quale vinse anche l’ambitissimo Uovo d’Oro.
Lei si è schierato con i ristoratori pur avendo il suo ristorante chiuso…
“Esatto, con il primo lockdown sono stato il primo a chiudere e l’ultimo a riaprire. Ma credo che in questo momento servisse una sensibilità particolare per consentire almeno l’incasso di San Valentino con le prenotazioni già confermate, i menù pronti, la materia prima già nei frigoriferi e nelle dispense. Hanno gettato benzina sul fuoco”.
Lei in questi mesi ha fatto scelte diverse. Quali?
“Ho chiuso quando in autunno siamo diventati zona arancione. Ma già avevo aperto una gastronomia da asporto, sempre a San Miniato, che sta andando benissimo e che è stata l’idea che, diciamo, mi ha salvato. Riaprirò Pepenero a marzo in una nuova e bellissima location, nel complesso di Miravalle in piazza Duomo. Ma pur essendo in una situazione diversa da quella dei colleghi non sono riuscito a stare zitto. Il nostro settore insieme a quello degli albergatori, e senza dimenticare altri comparti che soffrono, uscirà massacrato da tutto questo”.
Teme che la ristorazione non si riprenda?
“Siamo nel 2021 e le imprese iniziano ora a scontare i drammi del 2020. E il quadro, come vediamo, è pieno ancora di grandi incertezze. Io sto ai numeri che dicono che il 40% delle imprese dell’enogastronomia rischia di non farcela. Preciso che non metto in discussione la priorità della salute e l’importanza di contenere la pandemia: come ho ricordato sono stato l’ultimo, l’estate scorsa, a riaprire e l’ho fatto con attenzione massima alla sicurezza. Ma non sarebbe cambiato alcunchè se avessimo salvato il San Valentino. Non tanto sotto il profilo economico, ma anche dal punto di vista psicologico. Sarebbe stata una piccola iniezione d’ottimismo prima di dover, nuovamente, chiudere”.
