In Svizzera 400 Sanitari Contro i Medici dell’Apocalisse

Una petizione indirizzata al Consiglio di Stato contesta la politica di
prevenzione e cura basata su terrore e pensiero unico.

Tratto da La Verità

di Giorgio Gandola

«Io sono contro il regime del terrore e il pensiero unico». La voce dissonante arriva dalla Svizzera, dove non esiste il parossismo sanitario che fa da rumore di fondo a ogni conversazione televisiva italiana. E dove c’è ancora la possibilità di cogliere i distinguo rispetto alla gestione univoca del virus cinese in Europa. «Non nego l’esistenza del virus e delle modalità di controllo, prevenzione e cura, ma voglio aiutare le persone che mi seguono a non farsi coinvolgere dal regime di terrore in atto ormai da sei mesi», sottolinea il dottor Roberto Ostinellì, specialista di medicina interna con studio a Mendrisio che sta terremotando sui social network la politica sanitaria svizzera. La sua posizione è interessante perché rispecchia quella di chi, anche in Italia, ritiene che la strategia del lockdown, del tracciamento e del tampone sistematico (imposta dall’Oms e applicata dal ministero della Salute), sia fallimentare alla luce dei numeri impressionanti della prevedibile seconda ondata.

Accusato negli scorsi mesi di disfattismo dai colleghi e dai baroni della sanità, messo sotto la lente dalla commissione deontologica dell’Ordine dei medici cantonale, Ostinelli ha lanciato una petizione e si è ritrovato in numerosa compagnia. In pochi giorni ha raccolto 1.967 firme (anche quelle di 113 medici e accademici, 289 operatori sanitari) «per una nuova politica sanitaria contro il Covid». La petizione su change.org, supportata da numerosi video su Youtube, sta facendo rumore perché è indirizzata al Consiglio di Stato e mostra una trasparenza assoluta rispetto al virus. Nessun negazionismo, nessun secondo fine bensì la forte sottolineatura di incongruenze scientifiche e manipolazioni mediatiche. «La politica sanitaria di prevenzione e cura deve essere nettamente diversa», si legge nel documento. «Stanno danneggiando la nostra salute psicofisica, la nostra società e la nostra economia reale senza un valido motivo perché oggi la politica di contenzione e difesa avrebbe dovuto essere accompagnata da misure preventive diverse».

Si parla di nuovi protocolli per la cura a casa, farmaci che aiuterebbero ad abbattere la carica del virus. Ostinelli contesta anche il linguaggio utilizzato dai professionisti dell’emergenza, teso a intimidire e spaventare i cittadini per indurli a chiudersi in casa. I nostri cavalieri dell’Apocalisse Massimo Galli, Walter Ricciardi, Andrea Crisanti fanno parte del club. «Le autorità avrebbero dovuto usare una comunicazione etica e morale che salvaguardasse lo stato psichico dei cittadini, ormai esasperati dalle incoerenze e dalle assurdità di talune misure, comunque fallimentari per contenere la diffusione virale». Le sue uscite hanno suscitato la reazione dell’Ordine dei medici che ha accusato il medico di dare in pasto all’opinione pubblica «perenne sfiducia verso chi combatte la pandemia nelle corsie degli ospedali e non sui social».

A Berna la fibrillazione ticinese non piace affatto. Nella confederazione si ritiene che le voci dissonanti (esattamente come in Italia) siano un potenziale pericolo per la buona riuscita della strategia di contenimento del Covid. Ma Ostinelli tira dritto, sotto la petizione si allungano le firme; l’obiettivo è quello di arrivare a 2.500 per far sentire una voce diversa. Il medico di Mendrisio punta il dito anche contro qualche collega: «È inammissibile dichiarare in televisione allarmi, evocare lo stato di guerra, considerando oltretutto che i numeri epidemici in Svizzera sono in linea con la mortalità degli ultimi cinque anni».



2 commenti

  1. Non concordo nel merito, ma concordo senz’altro sulla necessità di fermare questa pazzia di gestione antidemocratica della pandemia. Tra DPCM a raffica ormai considerati la norma e medici semplicemente critici – non negazionisti o complottisti – pubblicamente squalificati, derisi e privatamente messi al bando nella professione; stiamo facendo danni gravissimi non alla superficie di economia, sanità e comunità, ma nel profondo, minando alla base la struttura stessa della società.

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    • Alla luce del fatto che nessuno di noi è un medico, nonostante ciò, hai riassunto molto bene in poche parole quello che ci porta a condividere l’appello di questo dottore in medicina. Soprattutto quando sottolinei la minaccia, ormai prolungata, che sta erodendo “alla base la struttura stessa della società”.

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