Il progetto del «mondo nuovo» che gli euro-burocratì ci stanno apparecchiando non ammette voci alternative e a Londra si vuoi far pagare ad ogni costo il suo dissenso. Usando un trucco come la clausola «arpione».
Da La Verità
di Claudio Risé
Il «mondo nuovo» che i Grandi della terra ci stanno preparando dietro assemblee e consigli di diverso tipo è (come il Brave new world di Aldous Huxley) un misto di sentimentalismo e cinismo, correttezza e caparbietà, una visione del mondo come insalata di Stati sociali, riuniti e mischiati sotto l’imperialismo dei diritti umani e dell’ambientalismo di maniera, con tanti saluti alla natura incontaminata (wilderness). Ma soprattutto con la ferma determinazione che tutti facciano come vogliono loro, i Grandi.
Se n’è avuto un esempio al Bundestag tedesco riunito per il bilancio federale. Tutti i giornali e le tv del mondo hanno riportato la commozione della cancelliera Angela Merkel per i 590 morti del giorno. Prima di ciò, però, aveva spiegato con il suo abituale sangue freddo la sua visione delle relazioni internazionali, che avrebbe ispirato in questi giorni anche la posizione tedesca e europea nell’ultimo giro di negoziati per regolare la Brexit, l’uscita dell’Inghilterra dall’Unione Europea. Una spiegazione franca, che Merkel, che giocava in casa, ha presentato questa volta senza girare intorno alle solite favole delle liti tra pescatori per i, pure importanti, merluzzi dell’Atlantico. Il vero ostacolo nella trattativa che chiuda la Brexit con un accordo e non una completa rottura, ha spiegato Angela Merkel, non è certo la pesca, ma (con linguaggio forbito) la «clausola dell’evoluzione». Che gli inglesi hanno soprannominato da tempo la «clausola dell’arpione», e vedremo perché.
La clausola dell’evoluzione, infatti, vorrebbe che se in Europa vengono varate nuove leggi in materia ambientale, sociale («diritti» compresi) e economica, che potrebbero causare l’aumento dei costi per imprese pubbliche e private, l’Inghilterra sarebbe obbligata ad adottarle a sua volta. Il contrario provocherebbe, secondo Merkel, una concorrenza sleale, con imprese inglesi che producono a costi minori di quelle europee, inaccettabile per la Germania e l’Europa. Gli inglesi hanno capito in fretta che qui non si trattava di evolvere, ma di rimanere arpionati dentro un congegno che ti impediva di andare per la tua strada, e hanno spiegato che non c’era neanche da parlarne. Merkel però, appoggia e fa ripresentare la clausola dal nome certamente ideato non da un giurista ma da un pubblicitario: chi, infatti, oserebbe opporsi all’evoluzione? Solo dei retro-gradi, degli ignoranti. Nel linguaggio della politica un tanto al chilo: dei fascisti, insomma.
Non ho la minima idea, naturalmente, di come finirà la cosa; i punti di dissenso sono sempre di più. Per esempio nel campo delle questioni sociali i britannici si sono accorti che molti bambini, convinti a cambiare sesso in abili e troppo precoci interviste con spregiudicati psico/educatori Lgbt, hanno poi avuto storie drammatiche. Ciò ha impressionato i ministri, che, pragmatici, hanno deciso di fare marcia indietro. Che ne direbbe l’Ue, che ha invece intere squadre di burocrati dedicati a promuovere quegli interventi? Ormai il disaccordo è ampio, i costi comunque elevati, gli inglesi audaci fino alla spericolatezza: potrebbe andare tutto all’aria; o forse no. Tuttavia, ha ragione Merkel a dire che la questione più importante è quella. Una clausola così, con un nome così ideologicamente inattaccabile, copre abilmente infatti il perfetto programma dell’attuale imperialismo autoritario, mascherato da generoso benefattore a la page.
Sotto il suo mantello può passare di tutto. Lasciamo perdere la materia ambientale, dove ci si può aspettare qualsiasi cosa, e l’Europa ha già brillato per interventi rovinosi, dal restringimento delle canne fumarie ad altre stravaganze. Però nelle altre voci – «sociale» e «economica» – sotto l’ampio mantello dell’evoluzione potrebbero essere imposti interventi assai delicati e decisivi. Dalle nazionalizzazioni di interi settori a buona parte delle politiche dei «diritti» (che hanno quasi sempre una ricaduta economica). Se passasse l’evolution clause, l’Inghilterra avrebbe fatto tre votazioni per uscire dall’Europa per niente. Chiederle di accettare una clausola così dimostra solo il livello di arroganza di chi lo fa.
È questa la migliore dimostrazione di quanto siano rischiose «unioni» politiche, economiche e amministrative, nate scavalcando la volontà e la partecipazione democratica dei loro popoli, storie e territori, e quanto sia poi difficile smontarle e uscirne. Il risultato fatale di questi organismi nati da decisioni burocratiche e da gruppi di pressione anziché dalla volontà popolare è la loro deriva autoritaria, nella quale cercano di imbrigliare le nazioni che vogliono recuperare la loro sovranità.
Come ogni nevrosi, che nasce sempre dal rifiuto dell’istinto (in questo caso l’appartenenza alla propria terra), anche questa crea – scriveva Carl Gustav Jung – «un pensiero distorto» che si sostituisce a quello naturale che invece «rimane legato al cuore, alla profondità dell’anima, alla stirpe». La vicenda della Brexit racconta appunto questa storia: l’ostinato tentativo della Gran Bretagna di recuperare la propria libertà e autonomia, e il tentativo dell’Ue di impedire il movimento libero del pesce Inghilterra sparandogli nel corpo un’arpione-norma (mascherata da evoluzione) che gli impedisca di nuotare liberamente nelle proprie acque e verso i suoi obiettivi.
Una storia che potrebbe diventare anche quella di ogni altro Paese europeo quando scopra che l’Europa, con la sua storia millenaria e i suoi «animal spirits» che affascinarono il mondo, è un’altra cosa rispetto alla piatta gabbia burocratico-autoritaria di Bruxelles, con il suo imperialismo «evoluto». E decida quindi di ritrovare la propria forza e vocazione e andarsene, sfuggendo all’arpione dell’«evoluzione» politicamente corretta imposta dall’Unione.
Forse i burocrati totalitariamente corretti dell’Ue pensano che quell’Europa sia morta, e vada sostituita con un’altra, ovviamente 2.0, senza istinti e senza spirito. Ma, come diceva sempre il vecchio Jung, «le civiltà non muoiono, le civiltà partoriscono». Brexit, con o senza accordi, potrebbe essere uno di questi parti.
